Al pari degli adulti, sempre più bambini e adolescenti, soffrono di mal di schiena.

Una corretta valutazione ci può dire se il disturbo è dovuto ad una alterazione strutturale della colonna, o a comportamenti e stili di vita che è possibile variare.

LA SCHIENA CRESCE

Il processo di accrescimento si realizza attraverso una serie di cambiamenti che determinano il passaggio dalle caratteristiche del neonato a quelle del bambino, per arrivare alle forme tipiche dell’adulto verso i 20-22 anni.
La crescita di un bambino coinvolge il suo aspetto fisico e biologico, intellettivo ed emozionale. Dal punto di vista fisico, il potenziale genetico di cui ogni soggetto dispone si evolve secondo le tappe , basate su un’alternanza tra l’aumento della statura  e quello del peso del soggetto.
Molti sono gli stimoli che possono influenzare e promuovere lo sviluppo di un bambino: il movimento è tra quelli più importanti.
Proprio grazie al movimento si strutturano e si affinano gli schemi che il bambino utilizzerà per tutta la sua vita; sia quelli dinamici (camminare, correre, saltare, lanciare) che quelli statici (piegare, flettere, oscillare, circondurre…).

Quali sono le fasi dello sviluppo?
Durante lo sviluppo, la crescita avviene in modo sfalsato tra la parte destra e sinistra del corpo, comportando un’asimmetria temporanea negli arti, di solito annullata nel giro di 6 mesi. Attenzione quindi all’uso di rialzi in questa fase di crescita.

Per quel che riguarda le vertebre, la loro forma sarà tanto più normale quanto più saranno applicate correttamente le forze esterne, rappresentate dal peso del corpo, dalle posizioni più frequentemente usate e dall’azione dei muscoli.
Una vertebra sottoposta a forti pressioni che agiscono solo su una parte di essa, infatti, tende ad assumere la forma di un cuneo e più vertebre a cuneo danno luogo ad un dismorfismo, cioè ad una alterazione della forma della colonna.
Per quanto riguarda lo sviluppo psicomotorio, invece, il bambino in prima e seconda elementare acquisisce nuove capacità sia motorie sia relazionali, importanti per lo sviluppo della sua personalità.
E’ vivace e curioso e ha la necessità di conoscere il suo corpo, scoprire quello che può fare nell’ambiente e in relazione con gli altri bambini: i movimenti, però, sono bruschi e incontrollati a causa della forza muscolare scarsa e disorganizzata.
Dagli 8 ai 10 anni il bambino è in grado di controllare meglio i diversi segmenti del corpo nel corso dei movimenti, è capace a collegare l’immagine visiva di sé con le proprie sensazioni e i gesti che vuol fare. E’ in grado di muovere in modo indipendente gli arti e la parte destra e sinistra del corpo. E’ per tale motivo che prima di quest’età risulta abbastanza difficile impostare programmi di esercizi specifici.

LA SCHIENA HA QUALCHE PROBLEMA

Come abbiamo visto, la crescita fisiologica del corpo umano è un continuo susseguirsi di equilibri precari e modifiche strutturali.
Per questo risulta difficile delineare una separazione netta tra fisiologico, cioè normale, e patologico, cioè legato ad una malattia. L’esempio classico è la scoliosi, che è una deviazione complessiva della colonna vertebrale dal suo normale allineamento: se la scoliosi ha un angolo inferiore a 10° (misurato con il metodo di Cobb*), viene considerata non patologica.
Ogni fase dello sviluppo presenta un tipo di accrescimento diverso con problemi differenti: è un concetto che genitori/insegnanti dovrebbero tener presente così da evitare inutili allarmismi. Qualora il bambino/ragazzo mostrasse un accrescimento scorretto o presentasse segni o sintomi sospetti, si consiglia una prima valutazione da uno specialista del settore (medico e/o fisioterapista).

La valutazione e la diagnosi precoce sono essenziali per ridurre al minimo l’entità del potenziale problema.
Di seguito vengono descritti alcuni tra i problemi più comuni della colonna vertebrale, con una serie di suggerimenti su come metodo di misura dell’entità della curva scoliotica. Si misura in gradi sulla radiografia.

IL MAL DI SCHIENA

I ragazzi, come gli adulti, possono incorrere in dolori lombari non derivanti da un problema serio. In questo caso si devono ricercare i fattori di rischio che possono aumentare una piccola disfunzione o un’infiammazione di un tessuto (ossa, muscoli, legamenti, tendini, nervi, ecc.) e generare il dolore.
Quest’ultimo può essere provocato da cause diverse: nella fase di sviluppo gli adattamenti posturali sono soggetti a continui cambiamenti dettati da fattori biologici, psicologici o sociali e numerosi studi hanno esplorato i fattori di rischio che possono aggravare o generare il mal di schiena.
Obesità ed eccessiva elasticità delle articolazioni non sono rilevanti in base alle attuali conoscenze scientifiche, mentre l’inattività e la partecipazione ad attività sportive molto intense potrebbero essere compresi tra i fattori di rischio.
Non è chiaro se il mal di schiena sia dovuto alla scarsa forza muscolare, mentre è certo che il potenziamento dei muscoli non previene il mal di schiena.

Si è visto, invece, che il controllo e la coordinazione muscolare sono importanti per risolvere la lombalgia presente e per prevenire quella futura.

Attenzione alle postura seduta scorretta:

si sa per certo che scatena dolori lombari nell’adulto, ma anche nei bambini che riferiscono mal di schiena si è riscontrato che, spesso, mantengono per troppo tempo questa posizione.
Ad esempio giocare ai videogiochi! (postura seduta spesso scorretta, spesso mantenuta per troppo tempo).

ATTENZIONE! Se il mal di schiena è riferito estremamente intenso,  se dura oltre 20-30 giorni, allora sarà importante rivolgersi ad uno specialista di problemi della colonna per fare le opportune valutazioni.

LA SCOLIOSI

Per scoliosi s’intende una deformazione tridimensionale (cioè in tutti e tre piani dello spazio) della colonna vertebrale: le vertebre, si inclinano di lato, ruotano su se stesse e le curve che si vedono di lato tendono ad appiattirsi.
La scoliosi più diffusa (più dell’80% dei casi) è quella “idiopatica”, cioè quella di cui non si conosce la causa e che sembra essere determinata da un insieme molto variabile di fattori, tra cui quelli di tipo genetico (al momento maggiormente studiati).

Le scoliosi vengono classificate in base al numero di curve e alla loro posizione oppure, a seconda del periodo in cui vengono scoperte, in tre tipi: infantile, sotto i 3 anni; giovanile, tra i 3 e i 9 anni, adolescenziale oltre i 10 anni.
In media la scoliosi colpisce il 2-2,5% della popolazione, ma solo lo 0,23% ha bisogno di un trattamento più complesso di esercizi specifici.
Per essere sicuri della presenza di una scoliosi bisogna verificare se vi è il gibbo ; successivamente si dovrà fare un controllo radiografico, eseguito in piedi, sia di fronte che di lato. Questo esame, però, viene prescritto solo dopo una visita da un medico specialista che evidenzia segni decisamente sospetti.
E’ importante individuare la scoliosi sul nascere per ridurre il suo progressivo aggravarsi e avviare al trattamento precoce i soggetti a rischio

Una prima valutazione può essere fatta anche da persone non esperte: insegnanti o genitori, a cui si può insegnare che cosa osservare. E’  buona abitudine controllare periodicamente la postura, soprattutto nei periodi della crescita che corrispondono alla fase potenzialmente più pericolosa per l’insorgenza di questa patologia: nelle femmine all’incirca nel periodo delle prime mestruazioni e nei maschi nella fase del cambio di timbro della voce.
In caso di scoliosi il trattamento è lungo e impegnativo: i bambini e le loro famiglie dovranno fare affidamento su specialisti che li aiuteranno e sosterranno attraverso un trattamento personalizzato. La scoliosi può permettere comunque una normale vita sociale e sportiva.

GLI ATTEGGIAMENTI SCOLIOTICI

Gli atteggiamenti scoliotici sono delle alterazioni della forma del tronco non strutturate, questo significa che non dipendono da una deformazione delle vertebre. Per questo le indicazioni che arrivano dalle linee guida sono di non imporre al soggetto un trattamento sanitario ma di orientarlo solo a uno stile di vita più attivo, per migliorare la funzione della muscolatura di sostegno. Fare sport, quindi, è utile per rendere più efficienti i sistemi di controllo posturali.

IL DORSO CURVO

Il dorso curvo è un differente tipo di deviazione vertebrale: il tratto dorsale della colonna si flette eccessivamente in avanti e modifica la normale conformazione della colonna vertebrale.
Il trattamento, per la forma più comune (quella idiopatica), consiste in un programma di esercizi specifici organizzati allo scopo di migliorare la resistenza muscolare, l’elasticità della colonna e la coordinazione motoria.
Oltre agli esercizi è essenziale sottolineare l’importanza di sforzarsi di modificare le posizioni utilizzate nella vita quotidiana.

ATTENZIONE! Non confondere la postura in cifosi e chiusura di spalle, assunta occasionalmente, con una patologia seria, anche se un continuo atteggiarsi in flessione dorsale potrebbe creare le basi per una futura rigidità. Per questo bisogna sempre considerare eventuali problemi psicologici o sociali che portano il ragazzo a “chiudersi su se stesso”.

LA SCHIENA  SOTTO ESAME

La scoliosi  spesso non ha sintomi come normalmente intesi. Mentre in età adulta, scoliosi non curate, possono portare a dolore, deformità progressiva e a volte problemi cardiorespiratori, durante la crescita non si hanno sintomi evidenti, tanto che la patologia viene individuata spesso casualmente da un osservatore esterno o tramite uno screening con radiografia.

Importante è quindi osservare la schiena dei bambini e ragazzi, e una primissima valutazione la possono fare i genitori stessi.
In una prima valutazione della schiena dei ragazzi è raccomandato ai genitori di fare:
a) Valutazione del gibbo con il Test di Adams (flessione anteriore della colonna vertebrale):
si effettua esaminando il ragazzo senza maglietta e a piedi scalzi. Lo si invita a flettersi in avanti, tenendo le ginocchia dritte e chinando prima la testa e poi il tronco con le braccia rilassate, ma le mani unite. In questa posizione si può mettere in evidenza la presenza di un gibbo, vale a dire una sporgenza sulla schiena a destra o sinistra della colonna vertebrale.
La presenza del gibbo è l’elemento più determinante e che fa insospettire rispetto alla presenza di una scoliosi.

Successivamente si dovranno osservare i seguenti punti:
1) asimmetrie delle spalle: una è più alta dell’altra;
2) asimmetria delle scapole: una più alta o più sporgente dell’altra oppure sono entrambe troppo sporgenti;
3) evidente alterazione della forma del torace o una eccessiva sporgenza delle costole;
4) asimmetria della parte laterale dei fianchi: uno è più dritto dell’altro (vedi test specifico di valutazione triangolo della taglia);
5) asimmetria del bacino: uno dei due lati è più alto;
6) riduzione o accentuazione delle normali curve guardando il soggetto di lato;
7) evidente sbilanciamento laterale della schiena;
8) evidente asimmetria di lunghezza delle gambe;
9) presenza di dolore alla schiena.

IL PROBLEMA DELLO ZAINO

E’ vero che lo zainetto è causa di mal di schiena?
In Occidente il trasporto dello zainetto rappresenta il carico quotidiano a cui è sottoposta la colonna vertebrale del bambino/ ragazzo. Non a caso è la preoccupazione numero uno di genitori e insegnanti che spesso chiedono quanto possa essere dannoso tale carico.
In base ad una ricerca fatta su un campione di bambini di 6 anni, alla domanda “Il tuo zaino è pesante?”, sono emersi questi dati: circa l’80% ha risposto che lo zaino è causa di affaticamento, quasi il 66% ha detto che è pesante in relazione soprattutto al tempo di tenuta in spalla dello zaino, il 46% ha
affermato che è causa di mal di schiena.
Da questo studio emerge una correlazione tra la comparsa del mal di schiena in età scolare e il trasporto dello zainetto, mentre è chiaro che lo zaino non è causa di patologie specifiche della colonna vertebrale (es. scoliosi).

Che cosa si può comunque fare per ridurre questo carico?
Ecco alcuni semplici ma fondamentali consigli/suggerimenti:
 per gli insegnanti:
– scegliere possibilmente libri di testo più “leggeri”;
– compatibilmente con le esigenze scolastiche, sarebbe utile pianificare il programma di studi settimanale considerando il peso dei libri da far trasportare giornalmente ai propri allievi
– tener presente questo problema durante tutto l’anno, dando indicazioni agli alunni e genitori su come affrontarlo, ad esempio ricordando
di non mettere in cartella libri non necessari per quella giornata.
• per i genitori:
– acquistare zainetti con spallacci ampi ed imbottiti con eventuale cintura da poter allacciare anteriormente (ergonomici);
– distribuire i libri nello zaino in modo che quelli più pesanti e grossi stiano vicino alla schiena;
– acquistare materiale scolastico non ingombrante/pesante;
– assicurarsi che i figli non riempiano lo zaino con oggetti non utili per le attività di quella giornata;
– ricordare ai figli di togliere lo zainetto durante il tragitto casa-scuola-casa ogni volta che possono (ad es. sui mezzi, alla fermata del bus ecc).
 per la scuola:
– promuovere ciclicamente giornate informative sull’argomento.

SCOLIOSI E NUOTO

Contrariamente a quanto si è creduto per anni, tutti gli studi effettuati sull’argomento mostrano che il nuoto NON risulta essere efficace nella  prevenzione/cura della scoliosi.

Questo perché, probabilmente, la drastica riduzione di gravità modifica in maniera determinante l’abituale percezione del corpo, il riconoscimento delle posizioni e dei punti di riferimento, il senso dell’appoggio e dell’equilibrio: ciò rende impossibile impostare ogni tipo di rieducazione posturale cosciente. Inoltre, è possibile che questa attività possa essere troppo mobilizzante o che la respirazione forzata induca un movimento ripetuto delle costole nel senso del peggioramento.

SCOLIOSI E POSIZIONI

Per quanto riguarda la scoliosi è bene ricordare che non esiste banco che la provochi. Solo il dorso curvo può riconoscere una causa in una esagerata sproporzione tra il banco e la sedia che costringono ad una posizione a lungo flessa in avanti. Non esistono pertanto “malattie da scuola”: esistono posture corrette e scorrette. L’ergonomia ci insegna che non può esistere una sedia o un banco che da soli evitino l’insorgere di patologie. Tutti gli strumenti possono essere usati bene o male: possiamo avere la sedia più ergonomica, il banco progettato al meglio, ma non sapere usarli in modo corretto.E’ consigliabile, comunque, adottare una postazione che rispetti le misure di chi la utilizza (banco/sedia).

QUALE SPORT DURANTE LA FASE DI CRESCITA?

Lo sport è determinante per uno sviluppo adeguato della colonna vertebrale e di tutto il corpo e, oltre all’educazione fisica scolastica, tutti i ragazzi dovrebbero fare sport regolarmente.
Non esiste lo sport perfetto! Ogni attività ha dei punti positivi e altri negativi. I ragazzi devono scegliere un’attività fisica in base alle loro preferenze, alla possibilità di migliorare la coordinazione e come stimolo per il fisico nella crescita armoniosa delle strutture ossee, articolari e muscolari.
Inoltre l’ambiente sportivo incentiva le relazioni sociali, aumenta l’autonomia e propone uno stile di vita sano.

La presenza di patologie del rachide (previo consulto con il sanitario di riferimento per eventuali controindicazioni specifiche) non è un ostacolo alla pratica della maggior parte degli sport come la pallavolo, il basket, le arti marziali ecc.
Attenzione solo all’attività agonistica che prevede sovraccarichi importanti in termini di allenamento e la pratica di particolari discipline come la ginnastica ritmica che sono state correlate a una più alta percentuale di deviazioni della colonna.

“Fonte: AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti)”

LA TERAPIA IN CASO DI SCOLIOSI:

precoce, adeguata, protratta:

  • precoce: se è vero che tanto più precoce è l’insorgenza tanto maggiore è la progressione, altrettanto precoci dobbiamo essere noi nel mettere in atto, in presenza di chiari segni di evolutività, le terapie;
  • adeguata: alla gravità attuale e alle potenzialità future della scoliosi, con opzioni che vanno dagli esercizi, all’uso delle ortesi, alla scelta del numero di ore quotidiane di terapia ortesica;
  • protratta: sino alla fine della maturazione ossea.

I QUATTRO GRADINI

  • Semplice osservazione: le curve sono lievi
  • Esercizi specifici proposti da personale esperto due/tre volte alla settimana: se la curva peggiora
  • Corsetto: ancor oggi la vera e più efficace terapia per la scoliosi: si applicano con dosaggi differenti, dalle 18 alle 24 ore al giorno, e se ne usano diversi tipi in base al tipo di scoliosi e alla forza di spinta che possono applicare.
  • Gesso:  recentemente sostituito dal corsetto (denominato Sforzesco) in grado di offrire la stessa efficacia.