
Il dolore crea dolore, i nostri pensieri, se non positivi, creano dolore.
Ma fino a che pensiamo che l’origine del nostro dolore sia “fuori di noi”, fino a che deleghiamo, magari ad un farmaco, la risoluzione del nostro dolore, questo prepotentemente ritornerà fuori, perchè è il suo compito: PORTARCI AD UN CAMBIAMENTO.
Siamo portati a concepire le emozioni come qualcosa che è FUORI dal corpo, ma le emozioni sono NEL corpo, nei tessuti, nelle cellule nel DNA stesso. Ugualmente quando in altro ambito, parliamo di struttura energetica, quando sentiamo la parola ENERGIA, pensiamo a qualcosa di non palpabile, non visibile, al di fuori della struttura fisica.
La fisica dimostra che LA MATERIA VISIBILE che siamo in grado di TOCCARE è il 5% del totale, SOLO il 5%! Questo significa che ciò che non vediamo è pur sempre materia.
I meridiani e i nostri chakra sono anche dentro il nostro corpo fisico, anche se non li vediamo, una ostruzione del circuito energetico provoca effetti sulla struttura fisica visibile, che va dal disturbo alla malattia.
Anche le emozioni sono nel corpo fisico, non solo nel cervello come siamo portati a credere, ma memorizzate nelle cellule, nelle cicatrici, nel DNA stesso, come memorie non sempre nostre, ma anche ereditate per linea generazionale.
Se è stato visto sui topi con un esperimento scientifico, che la memoria di un trauma rimane fino alla terza generazione, condizionandone il comportamento di animali che non lo hanno vissuto direttamente, perchè questo è inconcepibile per un essere umano?
CONCEPIRE IL DOLORE FISICO in questo modo a volte è spiazzante, specie quando lo dico nel mio ruolo forse “vecchio” di fisioterapista. Alcuni addirittura scappano perchè guardarci dentro è inconsciamente più doloroso del dolore fisico stesso. Ma questa è la nuova strada, ne sono certa!
La nuova strada passa attraverso il riconoscimento che una emozione mia o ereditata, è memorizzata lì dove sento il dolore, passa attraverso la ristrutturazione delle vecchie memorie cellulari, tissutali e poi e solo allora, attraverso il lavoro sul corpo fisico, che sarà in grado di elaborare la nuova informazione corretta e di farla finalmente sua.
La nuova strada è un approccio che coinvolge contemporaneamente la sfera emozionale, energetica, fisica.
E la deve fare la persona stessa, accompagnata sì, sostenuta sì, ma desiderosa di un cambiamento.
Questo per me significa GUARIGIONE.
Testo di Irene Maurizi
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